Dal Trapani all’Inter. Il 6 febbraio 2016 Joshua Perez esordiva in Primavera dopo una trafila burocratica durata quasi due anni, presentandosi con gol e assist. Ieri, 28 novembre, alla seconda convocazione in prima squadra ecco l’esordio in Serie A e con la Fiorentina. Duecentonovantasei giorni dopo, da un debutto all’altro, per il primo statunitense a vestire la maglia viola.
Un debutto inaspettato, giunto al 75′ di Inter-Fiorentina. Gigliati sotto 3-2 a San Siro in inferiorità numerica ed alla ricerca del clamoroso pari. “Mi servivano giocatori capaci di saltare l’uomo come lui e Chiesa. Abbiamo deciso di far esordire Joshua anche per rendere più corto il ponte tra settore giovanile e prima squadra”, ha dichiarato Sousa nel post partita. E allora dentro Perez, fuori Tello.
Complicato incidere in così poco tempo e al debutto assoluto, perlopiù a San Siro, ma qualcosina Perez è riuscito a far intravedere. Come un’accelerazione palla al piede a tagliare il campo in diagonale, da sinistra verso destra, vista e rivista in Primavera. Un assaggio delle sue qualità, che lo hanno portato a segnare 9 gol in 23 presenze agli ordini di Guidi, il quale nelle settimane scorse aveva detto di lui: “Lo abbiamo aspettato tanto, a giugno deve essere pronto per il grande salto“.