Nel calcio, come nella vita, gestire i cambiamenti è fondamentale. Due concetti innanzitutto: chiarezza e trasparenza. Quando una delle due viene a mancare, se non addirittura entrambe, il rapporto costruito nel corso del tempo viene spazzato via senza pietà.
L’esempio più lampante, quantomeno in ambito Fiorentina, è Federico Bernardeschi. Dal 2004 al 2017 con il giglio sul petto, fatta eccezione per la stagione trascorsa in prestito al Crotone, cancellati da… una gastroenterite acuta. Quel certificato medico, strappo finale di un tira e molla con la società per arrivare alla cessione alla Juventus, non è andato giù all’intera piazza fiorentina.
Dalle dichiarazioni di amore eterno alla Fiorentina al rifiuto della sciarpa bianconera al Viareggio 2017, fino alla tiritera sul rinnovo contrattuale, culminata con la presentazione del certificato medico per saltare in toto il ritiro precampionato a Moena e iniziare la nuova avventura a Torino, sponda bianconera.
Venerdì la prima volta da ex al Franchi, dopo quella fugace apparizione nella gara di andata. Nella testa del carrarino frulleranno mille cose, in quella dei tifosi anche. L’accoglienza non sarà delle migliori, come accaduto in tante altre circostanze. E, dopo tredici anni con il giglio sul petto, è davvero un peccato che sia finita così.