Sull’edizione odierna del Corriere Fiorentino c’è una bella intervista di Ernesto Poesio a Federico Bernardeschi. Eccone i passaggi principali.
Bernardeschi, i suoi sono stati quattro mesi decisamente intensi in maglia viola…
“Sono partito alla grande, ero contento di quello che stavo facendo. Poi l’infortunio che mi farà perdere cinque mesi in un momento così bello della mia carriera. Mi dispiace solo non aver potuto ancora dimostrare ciò ci cui sono capace davanti al mio pubblico. Ma tutto è solo rimandato di cinque mesi, ve lo assicuro”
Ma che è successo quel maledetto 3 novembre in allenamento?
“Ho fatto tutto da solo. Sono saltato e ricadendo ho messo male la caviglia e il malleolo è partito. Ho sentito il crac, un male cane, un dolore allucinante, e l’osso che si rompeva. Ha fatto tanto rumore che lo hanno sentito anche quelli che mi erano vicino”
Il primo pensiero?
“Sinceramente? Vaffanculo (ride, ndr). E soprattutto “ma perché proprio adesso?”. Però alla fine bisogna sempre guardare avanti no?”
Certo. E al rientro. Per ora come va?
“Sto bene, sono contento di come migliora la caviglia giorno dopo giorno. Il recupero procede alla grande, i tempi di recupero sono quelli previsti. Conto di tornare disponibile da marzo in poi”
Nel frattempo continua a vivere dall’interno uno spogliatoio che sembra la grande forza di questa Fiorentina…
“Con me sono stati tutti eccezionali e non solo ora che sono infortunato, ma fin dal primo giorno. Sia io che Baba ci siamo sentiti parte del gruppo ed è anche per questo che siamo riusciti ad esprimerci al meglio. Lavorando con questi grandi campioni si impara tantissimo. Ho ricevuto tanti consigli anche da Pepito, un ragazzo eccezionale a cui auguro tutto il meglio per il futuro. Davvero non si merita quello che gli sta capitando”
Dal grande talento di Rossi al suo che ancora deve esprimersi a pieno. Quanto pensa di essere migliorato nei primi di Serie A?
Devo dire che non ho avvertito il “grande salto”. È stato tutto molto graduale. Certo fa tanto piacere scoprire che i tuoi colpi funzionano anche ai massimi livelli. E allora inizi a giocare con una naturalezza che nemmeno pensavi di avere e quello che fai ti rende felice perché in fondo stai solo seguendo il tuo istinto”
Proprio come quando ai tempi delle giovanili rifiutò la proposta del Manchester per restare a Firenze…
“Già, eppure il campionato inglese mi piace tanto e mi rode un sacco non poter giocare contro il Tottenham. Riguardo a quella vicenda, è una di quelle scelte non facili che nella vita di un calciatore si è costretti a fare fin da giovani. Ma quando si decide, poi bisogna sempre guardare solo avanti. Fino a oggi posso dire di non aver mai avuto rimpianti e spero di non averne per molto tempo ancora. In fondo sono rimasto a Firenze no?”
Dove si iniziano a vedere i frutti del lavoro del settore giovanile, da cui sta uscendo anche una generazione di giocatori-tifosi della Fiorentina, o no?
“Assolutamente sì. Io e Baba ad esempio sono tanti che siamo qui ed è inevitabile che questa maglia sia entrata nel nostro cuore, insieme alle persone e alla città. Come puoi non tifare Fiorentina? È impossibile…”
In effetti in questa stagione insieme a Babacar avete dimostrato di non avere grandi timori. Sentite di poter essere il futuro della Fiorentina?
“Ne parliamo spesso e sarebbe davvero bello guidare insieme l’attacco viola. Ma la cosa più bella è che tutto questo non è un sogno, ma qualcosa che si può realizzare davvero, anche se per ora lo facciamo solo giocando alla play, rigorosamente in maglia viola”.
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