Dopo due assenze consecutive, Sinisa Mihajlovic si è presentato in aula come testimone nel processo che vede imputato Antonio Masi, padre dell’ex calciatore delle giovanili viola Federico, per diffamazione ai danni di Pantaleo Corvino. La vicenda risale alla stagione 2010/11 (vedi secondo paragrafo, ndr). Il tecnico serbo, attualmente al Torino e all’epoca dei fatti sulla panchina viola, ha negato pressioni societarie per escludere il difensore classe ’90, oggi svincolato e nel vivaio viola dal 2005 al 2011.
Alcune sue dichiarazioni in aula, effettuate sotto giuramento e riportate oggi da La Nazione: “Non ho mai accettato ordini da nessuno, chi mi conosce lo sa bene. Con il direttore (Corvino, ndr) parlavamo di calcio, ci confrontavamo, ma ogni decisione l’ho sempre presa io e mi assumo ogni responsabilità. Masi era un bravo ragazzo, si allenava bene, ma ’non lo vedevo’, non lo ritenevo, secondo la mia modesta opinione, un giocatore che poteva ambire alla Fiorentina, visti i calciatori che avevo in quell’anno”.
L’ANTEFATTO – Il 4 dicembre 2010 Antonio Masi accusò la società viola, parlando ad alcune emittenti locali e siti internet, di aver messo ai margini il figlio Federico dopo il cambio di procuratore e un grave infortunio al ginocchio destro. Alcune sue dichiarazioni ai microfoni di FirenzeViola.it: “Il tecnico (Mihajlovic, ndr) gli ha detto che domani contro il Cagliari vuole fare una partita d’attacco e quindi avrebbe convocato solo attaccanti e centrocampisti. Poi però dalla Primavera è arrivato un altro difensore, Piccini, al posto di Federico e allora non torna più nulla. Esattamente da quando ha lasciato il procuratore indicato dalla società. Quasi subito e in coincidenza con la rottura del crociato ricevemmo la proposta dal direttore sportivo Corvino di rescindere il contratto. E adesso è stato fatto fuori senza una spiegazione plausibile”. ACF Fiorentina si mosse subito per vie legali, mentre Pantaleo Corvino, allora ds viola, si costituì parte civile citando tra i testimoni a proprio favore proprio Mihajllovic. Da lì il processo che dura da sei anni.