Quarantacinque minuti da ricordare. Un debutto inaspettato per Federico Chiesa, ritrovatosi titolare allo Juventus Stadium contro i bianconeri campioni d’Italia in carica. Borja Valero dà forfait e allora Sousa decide di puntare proprio sull’ex Primavera, preferendolo a Rossi e Tello. Trequartista sinistro alle spalle di Kalinic, avversari di riferimento Barzagli e Dani Alves. L’impatto è difficile, quasi a dover prendere confidenza col nuovo palcoscenico. Poi si scioglie e inizia a far intravedere numeri e spunti già visti nelle giovanili.
Prima lascia sul posto Lemina e cerca la verticalizzazione per Kalinic, calibrando male il passaggio. Poi salta Bonucci e prova ad involarsi, venendo chiuso dal muro bianconero, su cui sbatte un’altra volta dopo aver dialogato nello stretto con Kalinic al termine di una incursione centrale. Ancora un buono spunto su Barzagli, poi conquista di mestiere un fallo nella propria area ai danni di Dani Alves: il contatto, se c’è, è lieve e il brasiliano s’indispettisce non poco. Nonostante ciò, all’intervallo resta negli spogliatoi, con Sousa che lo sostituisce con Tello.
In numeri, la partita di Chiesa è così riassumibile: 26 palloni giocati, 10 passaggi riusciti su 17, 3 dribbling a buon fine su 6 tentati. Nel dopo gara il tecnico portoghese ha avuto solo parole dolci per il proprio talentino: “Sta lavorando bene dall’inizio della stagione ed ha fatto un’ottima settimana. È un ragazzo di grandi capacità e cerchiamo di integrarlo il più velocemente possibile ad alti livelli perché può diventare una bandiera della Fiorentina“. E anche quotidiani, tv e radio lo hanno promosso in blocco, giudicando bene la sua ‘prima’ tra i grandi. Se son rose fioriranno…