Fiorini si racconta: “La Fiorentina, Mattia, Iniesta e la Nazionale”

Cosimo Fiorini, capitano della Fiorentina Under 16, ha parlato ai microfoni del canale ufficiale viola. Le sue parole. (immagine tratta da AcfFiorentina.com)

La Fiorentina, una questione di famiglia

“Rappresentare la squadra per cui tifo ed ho sempre tifato è speciale, è motivo d’orgoglio. Mio fratello Mattia è stato 12 anni a Firenze, anche lui è arrivato qui da piccolo. Questo per me è l’ottavo anno a Firenze, e spero di farne tanti altri. Tramandare la fascia da capitano è un motivo di orgoglio in più. Mattia mi dice sempre di non adagiarmi, di non sentirmi bravo, di migliorare ogni giorno di più, dare sempre il massimo e non mollare mai. Rappresentare la mia squadra è una responsabilità che mi piace avere. Tutta la mia famiglia tifa e ha sempre tifato Fiorentina, a cominciare dai nonni. Il sogno? Giocare al Franchi, o nello stadio nuovo”.

La squadra

Mister Capparella è una grande persona. Avendo fatto il giocatore sa benissimo come comportarsi con noi, ci aiuta spesso. Questa stagione abbiamo iniziato non benissimo, poi ci siamo ripresi e ora siamo messi bene in classifica: siamo tra le prime due che vanno direttamente agli ottavi, poi ci sono le finali. Siamo una squadra forte, lo siamo sempre stati. Abbiamo pochi giocatori da fuori, solo tre in convitto. Molti di noi sono di Firenze, del territorio. Tanti tifano Fiorentina, e sentono la maglia“.

Sul campo

“Il centrocampista non è un ruolo facile. A me piace di più avere la palla che non averla, mi piace impostare, dare ritmo al gioco. Della Fiorentina mi ispiro a Torreira, in generale a Frenkie De Jong del Barcellona. Il mio idolo su tutti è Iniesta“.

Dal viola all’azzurro

“Sono uno dei capitani in Nazionale, ci alterniamo. Andare in Nazionale è motivo d’orgoglio, rappresenti la tua nazione. Ti confronti con gente di alto livello. Avendo vestito la maglia della Nazionale, mi sono reso conto che nelle altre nazioni i ragazzi della mia età giocano tutti sotto età, con quelli più grandi. Ma tutti, davvero tutti. Questo influisce un po’, si vede: tecnicamente magari non sono più forti, ma hanno ritmi più elevati. Si nota la differenza. Ci puntano di più, ci credono di più“.

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