Sulle montagne russe. Gli Under 15 di Giovanni Vitali hanno vissuto un girone di andata tra alti e bassi, senza continuità di risultati. Avvio incoraggiante, con tre vittorie in quattro giornate, poi blackout nella fase centrale, in cui sono arrivati tre pareggi e tre sconfitte, per poi riprendersi nel finale, con due successi e un pari. E non poteva essere diversamente, vista la consueta rivoluzione estiva viola nella categoria, che ha portato a Firenze sette nuovi elementi, quasi tutti parte integrante della formazione titolare.
Alla ricerca di un’identità precisa e anche di un posto nei playoff, distanti due punti al giro di boa. La Fiorentina occupa attualmente la settima posizione con 19 punti, frutto di cinque vittorie, quattro pareggi e quattro sconfitte. I viola segnano tanto (24 gol, terzo attacco del girone), ma subiscono altrettanto (21 reti, settima difesa).
Vitali, reduce dalla vittoria del campionato alla guida dei Giovanissimi B, fin da subito ha trovato un modulo base, il 4-3-3, per la sua squadra. E anche degli uomini cardine. In porta il titolare è Luci, con Morandi che forse ha pagato eccessivamente la batosta interna (1-6) contro il Sassuolo scivolando nelle gerarchie. In difesa, a destra Quirini e a sinistra Lofoco hanno garantito continuità di rendimento, così come Paoloni al centro, inizialmente affiancato da Prati (’04) e poi da Ghilardi. Poco spazio per Checcucci (ora al Pisa), Giorgi e Tribbioli.
In mediana Barducci è il trait d’union con la passata stagione, al suo fianco fin qui hanno ruotato vari interpreti: Djibril o Nemolato come mezzala, Aliboni o Innocenti come registi avanzati che in caso di bisogno diventano veri e propri trequartisti.
Nel reparto avanzato il totem è Ancora, capocannoniere dei suoi con 7 gol, con l’ala estrosa Di Stefano (3) nelle vesti di uomo assist. A completare il tridente si sono alternati Bertolucci (4 gol) e Masini (2), che con caratteristiche diverse garantiscono la stessa imprevedibilità. Ruolo marginale, al momento, per David, Gondola, Imparato e Magliocca, mentre è da segnalare l’acuto al debutto di Gori (’04).
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