Seconde squadre, il grande bluff della Fiorentina

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Siamo sempre stati convinti, fin dal 2005 quando Pantaleo Corvino cominciò a manifestare nelle sedi istituzionali questa necessità” [Vincenzo Vergine, Corriere dello Sport, 6 maggio 2016]
“Per il futuro le idee sono chiare. Non è facile essere pronti per il Franchi a 19 anni e per questo servirebbero le seconde squadre, una nostra grande battaglia da sempre” [Vincenzo Vergine, Radio Fiesole, 15 maggio 2017]
“Un obiettivo mio e di Corvino da dodici anni a questa parte è l’introduzione delle seconde squadre” [Vincenzo Vergine, Radio Bruno Toscana, 13 giugno 2017]
Il nostro obiettivo rimane quello delle seconde squadre, perché sarebbe una formazione di non solo per i giocatori, ma anche per i tecnici” [Vincenzo Vergine, Radio Bruno Toscana, 15 novembre 2017]
“Seconde squadre? Il calcio ha bisogno di una rivoluzione. Questo è uno dei primi passi che la Federazione farà per rivoluzionare il calcio” [Pantaleo Corvino, Sky Sport, 11 maggio 2018]

Ci siamo limitati a riprendere cinque dichiarazioni dei dirigenti viola nel corso degli ultimi mesi, ma la selezione poteva essere più ampia. Basta cercare su un qualsiasi motore di ricerca, per farsi un’idea. A parole la Fiorentina da molti anni porta avanti la causa delle seconde squadre. Senza però dar loro seguito con i fatti, vale a dire con la domanda di ripescaggio in Serie C per la stagione 2018/19.

Ed è in buona compagnia, perché solo la Juventus, confermando di essere la migliore società italiana sotto tutti i punti di vista, ha sfruttato l’occasione per introdurre la squadra riserve, che già da giorni si allena con una rosa e uno staff tecnico definito. Mal comune mezzo gaudio verrebbe da dire, e invece no. Perché, a fronte dei forfait di Inter, Roma, Milan e Atalanta, cioè le squadre che precedono i viola nella graduatoria di ripescaggio, la Fiorentina avrebbe avuto strada spianata verso l’iscrizione in terza serie. Ma così non è stato.

Motivi? L’edizione odierna del Corriere Fiorentino prova a far chiarezza: problemi di tempistica e logistica, timore di ritrovarsi una Primavera indebolita, possibilità di retrocessione in D. Tutte questioni che, a dire il vero, erano note da tempo e che non hanno impedito a chi aveva un progetto serio di portarlo avanti con successo. Adesso con ogni probabilità si dovrà attendere la prossima estate per scoprire se dalle parti di viale Fanti si darà corso concretamente a quanto dichiarato negli anni. Perché se davvero le seconde squadre sono la battaglia personale dei dirigenti viola, allora è giunto il momento di scendere in campo.


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